“Building mobile products that count”: i consigli di Sophie-Charlotte Moatti

Sophie-Charlotte Moatti è una potenza.
Ha lavorato per colossi come Oracle, Yahoo!, Nokia, Facebook ed è nel board di Opera Software.
È sorridente, piena di ricci e parla inglese con l’accento francese.
Si è sempre occupata di mobile: in particolare come far funzionare un prodotto mobile? come fare in modo che gli utenti lo utilizzino? e come farli tornare?

Qualche giorno fa, ospite di From Ideas To Launch, ha tenuto un talk dal titolo “Building mobile products that count“: come progettare un prodotto mobile che funzioni e che valga.

How do you create mobile products used by billions of people?
What are the new rules shaping the future of connected technology?
Learn from what the most successful companies are doing with mobile today.

Ecco i suoi consigli riassunti in 7 pillole.

SC Moatti - 7 steps to effective mobile acquisition Greenlight yourself

1. Dai valore immediato: first screen value

Fai in modo che la tua app comunichi valore già al primo screen. Evita introduzioni o wizard se non sono necessari.

“Quando uno apre la tua app è già scocciato per aver perso tempo a scaricarla, fagli capire subito che ha speso bene il suo tempo, non fargliele perdere altro.”

Per fare questo è necessario profilare più possibile i propri utenti in modo che l’app mostri come prima schermata contenuti diversi sulla base di cosa ha più valore per chi la sta utilizzando.

Esempio: la prima schermata dell’app di Facebook è diversa per un nuovo utente rispetto a un utente abituale. Al nuovo utente fa vedere “chi può essere tuo amico”, a chi ha già un numero sufficiente di amici fa vedere i post dei propri contatti.

2. Fai risparmiare tempo (e memoria) utilizzando il login tramite social

Non costringere le persone a creare un account, a ricordare nuovi user e password.

Dai la possibilità di autenticarsi tramite il proprio profilo Facebook o Twitter o Google.

3. Inserisci dei trigger comportamentali

Gli studi di behavioral economics confermano che i comportamenti di gruppo influenzano quelli dei singoli: inserisci nella tua app delle frasi o dei segnali che possano spingere l’utente a compiere un’azione. Ad esempio: “due terzi dei tuoi amici si sono già iscritti”.

4. Richiedi subito di attivare le push notification

Le notifiche push sono un grande strumento per comunicare con i propri utenti.
A volte – lato utente – possono essere fastidiose, ma – lato sviluppatore – sono potentissime.
Secondo gli studi di Charlotte Moatti c’è un’enorme differenza di risposta da parte dell’utente se si chiede subito di attivare le notifiche o se lo si chiede dopo che l’utente ha già iniziato ad utilizzare l’app.

Chiedendo subito dopo il download l’attivazione delle notifiche push l’utente risponderà positivamente l’80% delle volte in più pensando di dover accettare per poter utilizzare in maniera appropriata l’app.

In questo modo si aprirà un canale di comunicazione che difficilmente l’utente andrà a interrompere (a meno che le notifiche non diventino spam).

5. Utilizzare le analytics per app

Le analytics sono sempre di più parte integrante di un prodotto, specialmente se si sviluppa a budget limitato, dove ogni comportamento dell’utente va osservato e studiato per massimizzare l’efficacia a costi più bassi possibili.

Sophie-Charlotte Moatti consiglia di utilizzare in particolare Flurryun tool di in-app analytics per tracciare le azioni che le persone fanno all’interno dell’app.

6. Minimizzare le azioni richieste all’utente

Per ogni azione che si fa fare all’utente si perde il 98% delle conversioni (solo il 2% sopravvive ad ogni azione richiesta).

Esempio di quando lavorava a Trulia (un servizio per vendere/affittare/comprare case):

  • prima avevano un tool per mostrare in un box gli “appartamenti simili a quelli che hai cercato”
  • poi hanno deciso di tagliare delle azioni e di agire al posto dell’utente: il box “appartamenti simili” è stato sostituito da un messaggio che diceva “abbiamo notato che ti è piaciuto questo appartamento e hai mandato la mail per richiedere informazioni: noi quindi per risparmiarti lo sforzo l’abbiamo mandata ad altri 5 simili”
  • questo ha portato a un aumento del 20% dei deal conclusi (nonostante loro all’inizio fossero spaventati di forzare troppo la mano sostituendosi all’utente, si sono accorti che in realtà l’utente era molto contento di poter evitare tutta la fatica di inviare le richieste)

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7. Metriche, metriche, metriche

Ogni risultato va misurato e monitorato, altrimenti non si riesce a replicare in maniera scientifica, ma solamente fortuita.

Le metriche che SC Moatti consiglia di tenere d’occhio riguardanti la propria app sono in particolare tre:

  • Metrica sulla crescita: MAU, monthly active users, gli utenti attivi ogni mese sulla propria app;
  • Metrica sull’engagement: DAU, daily active user, gli utenti attivi ogni giorno;
  • Metrica sui guadagni: ARPU, average revenue per user, quante revenue per ogni utente.

Se volete approfondire vi consiglio quest’ottimo articolo scritto da lei per Huffington Post > Three Deceptively Simple Steps to Exponential Mobile Growth