Incubator Program, day 5: cosa faremo da domani mattina?

[L’articolo di oggi è scritto da Andrea D’Amico di Urban Hub Piacenza]

Il lungo viaggio di rientro in Italia è il momento migliore per le prime importanti riflessioni su quanto appreso in questa intensissima settimana che ha premesso a noi incubatori ed acceleratori emiliano-romagnoli di aprirci una finestra verso il futuro. Dobbiamo infatti ammettere che i modelli di business ed i business stessi che ci hanno dettagliatamente raccontato e che abbiamo potuto analizzare si discostano anni luce da quanto oggi avviene nel nostro paese.

Partendo dal mondo delle startup, la concorrenza è elevatissima data la notevole concentrazione esistente in Silicon Valley e questo porta sicuramente a poter avere “the best of” ovvero startup che hanno idee concretamente innovative e che hanno competenze acquisite nelle migliori università del mondo (qui arrivano startupper da ogni parte del pianeta) oltre che dal locale bacino di Stanford e Berkeley (e parliamo di un bacino di oltre 100.000 studenti per ognuna di queste università).

Ma è l’Ecosistema della Silicon Valley ad attirare tutti questi startupper perché qui hanno messo in piedi una macchina quasi perfetta che da oltre 50 anni genera innovazione. E qui veniamo al punto che più ci riguarda: i Venture Capital, gli incubatori e gli acceleratori.

Dopo la conoscenza, è la grandissima disponibilità di fondi a permettere a questo ecosistema di continuare ad innovare attraendo le migliori menti del pianeta: il sistema dei Venture Capital è rodato per supportare gli incubatori e gli acceleratori che sono l’anello di congiunzione tra il mondo dei fondi e le startup.

In pratica l’incubatore/acceleratore è colui il quale attira, genera, gestisce e fa crescere la community delle startup, supportata da una schiera di “Mentors” (sono imprenditori al servizio delle startup e rappresentano la figura chiave per una crescita sostenibile e senza intoppi della startup).

Prima differenza a noi fino ad oggi davvero poco chiara è il ruolo di incubatore e quello di acceleratore:

  • incubatore è colui il quale segue lo startupper dall’idea alla creazione della startup passando per la costruzione del team, la prototipazione ed il supporto finanziario iniziale fino ad arrivare all’ingresso nel mercato
  • acceleratore è colui il quale si occuperà di far crescere velocemente il business che dovrà essere/diventare globale (parlano di almeno 1.000.000.000 di persone come target market)

Per raggiungere tale obbiettivo gli incubatori/acceleratori della Silicon Valley hanno realizzato dei luoghi incredibili dove chiunque vorrebbe lavorare. Parliamo di building interi con co-working da centinaia di postazioni lavoro (non-esclusive, esclusive + piccoli uffici), sale riunioni, cabine per confcall, spazi eventi, spazi formazione, caffetterie, ristoranti, e numerosi luoghi di condivisione/relazione (da zone relax con divani, fino a zone gioco con pingpong, calcio balilla, biliardo, etc…).
Al loro interno la vita corre veloce, con Venture Capital che continuano a venire per incontrare startup, mentor e aziende.

 

Ecco, il ruolo delle aziende: qui hanno capito che l’innovazione non si fa in azienda ma in luoghi come questi!
Quindi ogni incubatore/acceleratore ha una sfilza di aziende che investono (fondi gestiti dagli stessi incubatori/acceleratori), aprono uffici al loro interno (per vivere la community e accelerare il processo di integrazione aziendale), organizzano eventi e tante altre attività.

Ma ora rientriamo nella nostra realtà: cosa faremo da domani mattina?

Beh innanzitutto squadra.
Sì, perché la Regione Emilia Romagna ha dimostrato di crederci veramente in questo processo di cambiamento verso un mondo trainato dall’innovazione, permettendo a noi incubatori/acceleratori di costituirci in una rete (oggi non ancora formale ma di fatto) in cui ragioniamo finalmente come gruppo e non come singoli per riuscire a relazionarci con il mondo della Silicon Valley dove contano e tanto i numeri (e noi singolarmente non li abbiamo ma insieme sì!).

Quindi da oggi ci rimettiamo a testa bassa per avviare una nuova evoluzione dei nostri luoghi per la creazione di un ecosistema dell’innovazione che dovrà necessariamente coinvolgere diversi attori e non di singoli territori ma di tutta la regione.

Cambiare si può, ma oggi si deve fare…altrimenti i nostri figli non avranno futuro nel nostro Paese.