[Giorno 6] Complaining is not a strategy

[L’autore del post-diario di oggi è Edoardo Guerrieri, founder di Darius]

La seconda settimana comincia intensamente: è tempo di mettersi in gioco davvero, sporcandosi le mani e facendo quel passo faticoso che dalla platea porta a quello che sarà il nostro palco per quattro minuti.

Ma le prime lezioni oggi sono cominciate con la visita ad uno dei più famosi acceleratori della Bay Area: 500 Startups.

Nel palazzo che ospita il “The Bulletin”, all’ultimo piano si trova un grande stanzone spoglio, con una moquette grigia, le foto del team alle pareti e accanto stampe motivazionali.

“This is a bullshit free zone”

“Complaining is not a strategy”

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L’aspetto minimale del posto, decorato alle pareti solo con queste, ti fa capire che il contenuto e la forma qui sono due cose ben distinte.

Tra queste pareti sono cresciute startup come Makerbot, venduta per $402M o il celebre unicorno di Twilio, che ha superato incredibilmente il $1B.

Ci sediamo in cerchio con uno dei partner, Marvin Liao, che ci racconta a grandi linee il loro mondo, con la naturalezza di chi ormai parla di milioni di dollari trattandoli come pezzi da 10.

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“Ricordatevi di non mentire ai vostri investitori una volta fatta la scelta di giocare con i loro soldi.”

Investitori ed imprenditori infatti devono essere una Chimera, bestia leggendaria con 3 teste indipendenti che combattono insieme verso un unico scopo: l’IPO.

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Rientriamo al Babson College, ci sediamo in quelli che ormai sono i nostri posti in un ambiente quasi familiare, dimenticandoci troppo spesso che quel college è il migliore di tutti gli Stati Uniti per l’imprenditorialità. Stiamo facendo crescere il nostro mondo tra pareti importanti, e qui ci siamo messi in gioco, cercando di tirare fuori quello che gli americani chiamano il “wow effect”: riuscire a raccontare il proprio business in poche frasi e riuscire a far muovere al nostro interlocutore cuore, testa e pancia.

Difficilissimo: in 20 secondi deve esserci tutto.

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Sembra quasi incredibile ma davanti ad un investitore, tu hai in mano il tuo poker e devi giocarti tutto alla mano giusta. Perché spesso non basta avere un buon progetto tra le mani, devi saperlo presentare, farlo nei tempi giusti, essere un pianista eccellente e suonare la musica che i tuoi interlocutori vogliono sentire in quel momento.

Dovremo prepararci molto perché la prossima volta che parleremo cronometrati saremo davanti ad un board con un valore pari a $3B.

Brutto?

[Edoardo – Darius]